Visitatori di Trebula


Diversi illustri personaggi hanno soggiornato nel territorio trebulano. Tra essi ricordiamo Claudio Marcello, Annibale il Cartaginese, Fabio Massimo e Cicerone. Parliamo di ognuno di loro distintamente.

Claudio Marcello

Dopo la disfatta dell'esercito romano a Canne (216 a.C.), Annibale occupò Capua che si era arresa pacificamente quando il partito popolare aveva preso il potere della città. Infatti il partito popolare conduceva una politica filocartaginese, mentre il partito aristocratico una politica filoromana. La città di Nola si sarebbe arresa anch'essa in modo pacifico poiché anche a Nola il partito popolare era favorevole ad Annibale. Quest'ultimo, per avere man forte contro Roma, cercava di istigare le popolazioni sannitiche a ribellarsi al predominio romano. Fu per questo motivo che il senato e i nobili di Nola corsero ai ripari inviando ambasciatori al proconsole Claudio Marcello, che stanziava a Casilino (dintorni dell'attuale Capua), per informarlo della grave situazione che si era creata in città. Ricevuto il messaggio, Claudio Marcello si diresse a Nola, per scongiurare la defezione da Roma. Che tragitto compì? Sicuramente non poteva passare per Capua, ove era accampato Annibale, suo nemico! Dunque preferì passare per le zone interne del Sannio: da Casilino attraversò Saticula, dal cui territorio proseguì per il confinante agro trebulano e da questo raggiunse il territorio di Caiazzo ove attraversò il Volturno, per poi dirigersi infine a Nola.

Annibale (il Cartaginese)

Polibio e Tito Livio, nelle loro narrazioni, lasciano intendere che Annibale, durante il suo viaggio dal Sannio in Campania, attraversò il monte Callicola attraverso lo stretto valico, denominato "passo La Colla", tra il comune di Pontelatone e quello di Bellona. (Foto A e B)


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Fabio Massimo

Accertato storicamente che il territorio trebulano fu attraversato da Annibale, lo stesso dicasi per Fabio Massimo che seguiva il suo nemico Annibale come la sua ombra. Espugnò le città di Trebula, Cubulteria e Austicula che, in seguito alla vittoria di Annibale a Canne (216 a.C.), avevano stretto un'alleanza con lui, defezionando così dal loro stato di alleati di Roma. A Treglia, la strada che da Via Roma conduce alla chiesa è dedicata a Fabio Massimo.

Cicerone

Il più famoso oratore dell'antichità si recava spesso a Trebula ove veniva ospitato dal suo amico Lucio Ponzio, che apparteneva ad una delle più importanti gens sannite, quella dei Pontii, a cui apparteneva anche Herennius Pontius, il padre del vincitore delle Forche Caudine. Le visite di Cicerone dovettero farsi più frequenti a partire dal 49 a.C., anno in cui scoppiò la guerra civile tra Giulio Cesare e Pompeo e che vide Cicerone sostenere la causa del senato e di Pompeo. I soggiorni trebulani di Cicerone dovettero servire a donargli un confortevole riposo e un motivo di allontanamento dalle vicende burrascose di Roma che gli provocavano continue delusioni. A Trebula Cicerone scrisse una delle lettere che era solito inviare al suo migliore amico Pomponio Attico. Queste lettere furono scritte tra il 68 e il 43 a.C. e costituiscono le Epistolae ad Atticum. In esse si scorgono riferimenti alla vita politica e personale dello stesso Cicerone. Di seguito l'elenco delle epistole facenti riferimento a Trebula.

Altri visitatori del Trebulano

In epoche relativamente vicine si sono recati ad ispezionare le rovine di Trebula i seguenti studiosi:

  • l'ambasciatore inglese Guglielmo Hamilton con la moglie Emma Liona nel 1758 e nel 1766; Hamilton era amico dell'avvocato Angelo D'Apisa, figlio del signor Carlo D'Apisa di Formicola. Appoggiato da varie persone del luogo, aveva intrapreso gli scavi senza il permesso del governo del Regno di Napoli; per tale motivo, fu denunciato al Ministro Tanucci.
  • Van Duhun, storico tedesco, il 13 Settembre 1877;
  • Teodoro Mommsen, insigne storico tedesco, con il canonico Gabriele Iannelli il 25 Aprile 1878;
  • gli storici campani Melchiori, Mazzocchi, Marrocco, Trutta, Pratilli, Iadone, Pellegrino, Sanfelice, Iannelli, Faraone e, infine, Amedeo Maiuri, uno dei più grandi archeologi del secolo scorso.