TREGLIA RUBACUORI
di Robert Marchment - 25/3/2007
E' dal 1970 che l’Italia ha cominciato a cambiare la mia vita. Ormai sono abituato a vivere, pensare, parlare ed anche comportarmi come un italiano e non ci faccio più caso. Ma nei primi tempi era tutto diverso…
Il mio primo contatto con l'Italia è stato durante una vacanza a Formia – avevo quindici anni. Qui ho incontrato vita in abbondanza! Sole, mare, pizza e gente meravigliosa – voi italiani! Sette anni dopo ho passato due settimane a Roma – è stato un altro tipo di esperienza. Però, avevo allora già incontrato mia moglie, Teresa Moscatiello. Ci siamo sposati nel 1979 e nel 1980 siamo scesi a Treglia. Era la prima volta per me e a quel punto è incominciata veramente la mia nuova educazione personale. Dal 1980 fino al 1983 ho vissuto a Novara, dove ho lavorato come insegnante d’inglese. In questi tre anni sono cambiato quasi completamente al punto che, quando sono tornato in Inghilterra, mi sentivo più italiano che inglese…ed è ancora cosi!
Con voi italiani ho incontrato molte cose: la lingua italiana; il dialetto (questo e un vero tesoro!); la cultura sociale del sud; il modo di fare ‘trebbulano’! Si può dire che la mia vita è diventata molto più ricca grazie al destino magico… E' certo che da voi ho imparato molte cose e per questo vi ringrazio!
Ed è certo che anche Teresa avrà la sua storia da raccontare: la storia dell’emigrazione, qui a Bedford dove viviamo. In questa piccola città ci sono più o meno 14000 italiani – ed è per questo che lo scorso mondiale è stato come una grande festa!
Le nostre due figle – Sonia e Susanna – cosa ne pensano? ‘Siamo italiani! Basta!’ è la solita risposta – non c’è dubbio su questo punto. Parlano sempre del ‘loro villaggio’ – la bella Treglia.
C’è un detto dell’epoca della regina Elisabetta I, che dice: “l’inglese italianizzato è il diavolo incarnato!” Concordo pienamente con tale detto.
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